Non esiste una semplice formula per sentirci felici: l’ambito benessere non è sempre a portata di mano
L’epoca in cui viviamo viene anche definita dell’“industria della felicità”, e ciò in quanto sussistono in ogni dove stimoli messaggi e quant’altro che sembrano proprio volerci convincere che il tanto ambito benessere sia sempre a portata di mano.
Vengono suggerite strategie, formule, escamotage che rappresentano la facilità con cui si può raggiungere in maniera ottimistica il benessere, la felicità. Questi sono a portata di mano, quasi una magia.
Ecco che si innesca un meccanismo pericoloso, doloroso in chi non è felice, in chi non riesce a raggiungere il tanto agognato benessere nonostante le più rappresentazioni di semplicità e facilità del meccanismo
Ma allora è la persona che non riesce ad avere benessere e ad essere felice ad essere sbagliata, sembrando sufficiente – secondo gli imput che ci arrivano da ogni dove – l’attuazione di semplici strategie per ottenere ciò che si vuole, per respirare aria più allegra, per sentirci più ottimisti? La risposta è no
La persona non è sbagliata.
La persona è vittima degli imput della società odierna.
La felicità ed il benessere non sempre sono a portata di mano e non esiste alcuna formula magica per raggiungere questo stato di felicità e benessere.
Chi da solo non riesce a comprendere quanto è vittima di tutto questo ha bisogno di aiuto, di sostegno, ha necessità di essere accompagnato da un professionista che gli faccia apprendere il diverso approccio che occorre avere per capire la situazione e per cercare di superarla: per cercare il cambiamento non facile ed illusorio ma reale, stabile, corroborante e positivo, giungendo così ad intraprendere la vita in modo degno, arricchente, positivo, appagante.
Questo professionista è il Counselor Psicobiologico che con l’ascolto e le sue tecniche scientifiche aiuterà a far luce nella confusione dei messaggi della modernità, e intraprenderà con il soggetto piegato da un sentore di infelicità sistematica e avvilente un percorso con una progettualità d’aiuto, di innovazione materiale e mentale. Il tutto volto al cambiamento.
Infatti per quanto attiene il cambiamento, il lavoro di creazione dello stesso, e cioè il lavoro volto al progresso e al benessere psicologico, non è per nulla facile e veloce.
Al cervello di per sé poco importa se la persona è felice o meno.
In realtà, quello che conta davvero per questa parte organica del corpo è la sopravvivenza, per garantire la quale porta l’individuo alla gestione della paura mantenendo immobilità nella zona di comfort. In sostanza il cervello è un organo resistente al cambiamento.
Ciò non significa che la resistenza al cambiamento impedisca di acquisire insegnamenti volti allo stesso.
La specie umana si è evoluta, dimostrando notevoli segni di adattamento ai contesti più complessi. Allo stesso tempo l’essere umano ben sa che i cambiamenti atti a un maggiore equilibrio, a volte ad una guarigione, sono possibili, ma c’è bisogno di un vero (e attivo) sforzo da parte dell’individuo.
Possiamo allenare il cervello alla felicità?
Con questo non si intende migliorare la alimentazione, oppure iniziare ad intraprendere una vita più attiva, per esempio iniziare una attività fisica o intraprendere un viaggio d’evasione ogni due o tre mesi.
Queste dimensioni possono, evidentemente, renderci più sani, donarci un po’ di piacere momentaneo e una certa soddisfazione, che può durare delle ore, se non dei giorni.
Però nessuna di queste strategie ci aiuterà a combattere lo stress.
Quando la vita si complica, si continuerà a non sapere come renderla più semplice e a convivere ancora con il senso di impotenza, con la paura e con l’ansia.
Come indica lo psicologo ungherese Mihaly Csikszentmihalyi ( che ha scritto un saggio fondamentale “FLOW” ) per raggiungere una vita felice non servono ricette facili – che invero nemmeno esistono – né serve copiare i consigli altrui.
Si tratta di un percorso individuale, in cui ognuno deve investire le proprie energie dimostrandosi creativo, originale. E più la meta e l’obiettivo è difficile più sarà da insegnamento per una esperienza ottimale, per un cambiamento durevole e concreto.
Allenare il cervello e i propri pensieri alla riflessione, alla flessibilità e all’ottimismo realistico
Un aspetto evidenziato dalle neuroscienze è che i pensieri sono il mero prodotto dell’attività cerebrale. Il cervello li crea come risultato di una serie di circuiti elettrici.
I pensieri hanno potere sul nostro cervello: possono dare origine a nuove connessioni e persino modellarle.
Un esempio è dato dai ripetuti pensieri negativi e ossessivi, che rallentano il coordinamento cerebrale, lo stressano e arrivano persino a rallentare l’attività della zona prefrontale del cervello. Tutto ciò rende molto complicato trovare soluzioni ai problemi.
Una strategia attraverso la quale allenare il cervello alla felicità può ravvisarsi nell’avere maggiore controllo su questi meccanismi mentali. Prenderci cura di ciò che pensiamo è un modo per mantenerci in salute.
Ogni cosa che pensiamo e che diciamo ha un peso. Di conseguenza bisogna cercare di individuare i cosiddetti schemi negativi di pensiero e bloccarli.
Non si tratta nemmeno di cambiare rotta e di fare un uso “vuoto” di un pensiero, con eccessiva sicurezza. Si tratta semplicemente di applicare un approccio più riflessivo e meno rigido a questa realtà.
Essere in grado di vagliare le più possibili soluzioni a un problema, di ampliare le prospettive e di smettere di prevedere tragedie nel nostro futuro immediato.
Il Counselor psicobiologico è senza dubbio il miglior alleato per affrontare il percorso volto al cambiamento, senza soluzioni impositive ma con la capacità professionale di far riflettere sui meccanismi mentali ed imparare a gestirli in modo da bloccarli laddove necessario.
Avere un obiettivo ogni giorno, dare un senso alla nostra vita
Una vita senza obiettivi tradotto a livello cerebrale è carenza di dopamina, di serotonina, di quel benessere che si sintonizza con l’entusiasmo e con gli obiettivi quotidiani.
Se la realtà non ha alcun senso né motivo, noi stessi siamo privi di valore, sospesi sopra un vuoto che ha sempre incoraggiato i disturbi della sfera emotiva: l’ansia, la depressione.
Nulla rende l ‘individuo più forte quanto avere un obiettivo, e quindi ricordare ciò che conta e il motivo per il quale vale la pena andare avanti nella vita.
Proprio per questo motivo se si vuole allenare il cervello alla felicità si deve avere chiaro l’ obiettivo della vita, la meta verso cui si tende, che si vuole raggiungere, partendo da ciò che è più semplice ( per es. “riposarmi un po’, vedere un amico, leggere un libro, fare una passeggiata…”) a seguire verso qualcosa di più alto importante stimolante.
Felicità è stare bene con se stessi: il potere dell’autostima, dell’auto-rispetto
In realtà un aspetto molto importante da tenere sempre in considerazione nel percorso di allenamento al cambiamento è lo stare bene con sé stessi perché può essere felice chi sta bene con sé stesso.
Quotidianamente assistiamo alla mancanza di autostima che continua a essere un conto in sospeso per molte persone.
Questo elemento è essenziale per stimolare il benessere, il cambiamento, la felicità e rappresenta senza dubbio la dimensione di cui prendersi cura ogni giorno, per rispettarsi a sufficienza (l’auto-rispetto, che è l’opposto della impotenza) e stimolare quella fiducia essenziale per raggiungere ciò che si desidera, per dare valore all’essere umano che desidera assicurarsi progresso e benessere.
Per concludere.
Alla domanda se è possibile o meno allenare il cervello alla felicità, la risposta è: sì.
Non è un compito semplice ed è un lavoro quotidiano, notevole, complesso, coraggioso.
Il Counselor Psicobiologico può aiutare a scoprire tutto questo sia alla persona perennemente triste ed infelice, sia a chi desidera migliorare con consapevolezza e forza d’animo magari in particolari momenti della vita, scoprendo o riscoprendo il mondo interiore e come viverlo appieno, investendo ogni giorno le energie possedute, magari sopite.
Dr. Enrichetta Proverbio Counselor psicobiologico
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