
“Tutti a dire della rabbia del fiume in piena e nessuno della violenza degli argini che lo costringono.”
BERTOLT BRECHT
Che cos’è la rabbia?
La rabbia è un sentimento (o un’emozione) del tutto normale – e come tale ha l’importante funzione di metterci in contatto con il mondo, ma è anche tra i più discriminati. È totalmente coinvolgente e ci porta a reazioni sia biologiche sia comportamentali.
Oggi si assiste ad un dilagante falso buonismo, tendente al New Age “cosmico”, ad ipocriti proclami per salvare indiscriminatamente tutto e tutti, in cui la rabbia viene considerata assolutamente “politically incorrect”. Eppure, basta accendere la TV in qualsiasi momento della giornata o rivolgersi ad altri canali media per rendersi conto che fa spettacolo.
Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza e di non cedere a facili preconcetti e ad interpretazioni non corrette ed ascientifiche.
La sua origine è assolutamente primitiva ed è inoltre una delle prime emozioni a svilupparsi insieme alla gioia e al dolore, ha indubitabili qualità positive e ci ha aiutato insostituibilmente nella nostra evoluzione. È un segnale, con vari gradi di intensità, che ci porta a combattere a fronte della percezione di un’ingiustizia subita o di una situazione spiacevole – anche se riguarda non noi direttamente ma una persona a cui teniamo: crediamo che ci sia qualcosa che non va, quindi dobbiamo intervenire.
La rabbia “da coda” e la rabbia “da clacson”
Gli esempi più concreti e diffusi sono quelli degli scatti di rabbia che ci provocano le persone che con nonchalance ed esperienza sopraffina tentano di saltare le code, o la rabbia da clacson, ovvero quella nei confronti di chi al semaforo è semplicemente colpevole di avere i riflessi un po' lenti o di essere distratto, così sottraendo “preziosissimi e fondamentali” istanti alla nostra esistenza. Per non parlare della rabbia da parcheggio, tristemente nota anche per episodi sfociati in tragiche fini.
Non si può però generalizzare: la rabbia è diversa dall’aggressività e dalla violenza – nelle quali fortunatamente non è automatico che sfoci - che riguardano la volontà di colpire psicologicamente o fisicamente qualcuno. Ma la rabbia non deve essere necessariamente “malevola”, ovvero espressa in maniera aggressiva, verso sé stessi o verso gli altri; anzi può essere ricanalizzata in maniera positiva, motivazionale, propria della funzione evolutiva che la Natura le aveva affidato. Può divenire una vera e propria spinta ad una nuova soluzione così da promuovere il benessere e le relazioni interpersonali.

Cosa si “accende” nel nostro corpo?
Quando siamo posseduti dalla rabbia, si presenta una tipica espressione facciale caratterizzata dall’increspare con forza le sopracciglia, stringere forte le labbra e le mascelle, mentre gli occhi appaiono focalizzati come a trafiggere l’oggetto o il soggetto della rabbia.
Il corpo risponde con cambiamenti nel sistema nervoso e endocrino: aumentano la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, l’afflusso del sangue nella periferia del corpo, la tensione muscolare, la sudorazione, la produzione di testosterone, l’attività della parte sinistra del cervello ed anche il tono della voce, che si fa minaccioso. In breve, il corpo è pronto a difendersi.

Counseling e rabbia
È necessario quindi per conseguire il miglioramento del proprio benessere evitare di vivere inconsapevolmente e senza controllo questa emozione perché il prezzo da pagare potrebbe essere alto in termini fisici, di umore e di relazioni interpersonali (tralasciando le conseguenze patologiche).
Con il Counseling si può acquisire consapevolezza di tutte le proprie emozioni, svolgendo un percorso di particolare utilità per riconoscere, esplorare e sfogare la rabbia, a partire dal contesto che ci si trova ad affrontare. Tramite un vero e proprio allenamento sarà possibile reagire correttamente anche negli stati emotivi che causano frustrazione, incanalando la rabbia, senza repressione o elusione, in modo misurato verso finalità positive di crescita.
Dott.ssa Jasmine Lara Bettinelli Counselor Psicobiologico
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