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IPOCONDRIA: LA PAURA DI AMMALARSI

Oggi “ansia per la salute”


Il termine "ipocondria" ci porta all'area anatomica che si trova sotto la cassa toracica, nella quale sono presenti il fegato, con la bile, e la milza.

Nell'antichità c'era la credenza che la bile cd. nera diffondendosi nel corpo causasse la "melanconia", spesso accompagnata da umore depresso e preoccupazione per la propria salute di avere una malattia.

Per secoli, sino alla metà del novecento, l'ipocondria è rimasta legata alla sfera depressiva: solo intorno al 1968 ha assunto una identità propria, separata dalla depressione.

Attualmente nel Manuale Diagnostico statistico dei disturbi mentali

DSM-5 edito nel 2013, redatto tenendo in considerazione l'attuale sviluppo e i risultati della ricerca psicologica e psichiatrica in numerosi campi, modificando e introducendo nuove definizioni di disturbi mentali si è categorizzata la problematica dell'ipocondria con "ansia per la salute" .

Inoltre l'ex ipocondria è stata suddivisa in due classi: una caratterizzata dalla presenza di disturbi fisici (disturbi da sintomi somatici), l'altra caratterizzata anche da disturbi fisici che però rimangono sullo sfondo, prevalendo la paura.

Questa seconda classe è stata definita "disturbo da ansia di malattia".

Possiamo parlare comunque dell'aspetto rilevante somatico del disturbo associato al disagio.

Nel disturbo da sintomi somatici l'angoscia della persona si focalizza sui sintomi fisici, ricorrendo a terapie mediche, nonostante gli effetti collaterali dei farmaci.

Nel disturbo di ansia da malattia i sintomi si incentrano principalmente sulla paura di essere malati e le persone affette da essa si esibiscono in continue ricerche (oggi soprattutto su internet, un tempo sulla buona vecchia "Enciclopedia Medica") sulle malattie che si sospettano di avere, con reiterate richieste di rassicurazioni a familiari, amici, medici, oppure con comportamenti diametralmente opposti evitanti, sfuggendo ad esami, evitando visite mediche, ed ogni frequentazioni ospedaliere o ambulatoriali.

Le persone che si comportano in quest'ultimo modo vengono classificate a tendenza fobica e per questo rifuggono, temendole, le situazioni di cui hanno timore.

I sintomi fisici dei quali si teme la patologia riguardano qualsiasi organo o parte del corpo, da cui deriva dolore che può cronicizzarsi oppure cambiare sede: si parla di diagnosi multifattoriale, che tiene conto di fattori biologici, psicologici, psicosociali.

La persona afflitta da tali problematiche le affronta in maniera diversa, in base al livello di sofferenza che subisce, attualizzando strategie volte ad ottenere benessere psicofisico, cercando di annientarlo.

E quindi.

Se la persona avverte disagio psicologico per lei importante sceglierà di rivolgersi a professionisti operanti nel campo della salute mentale, in altri casi caratterizzati da disturbi somatici il dolente è portato ad intraprendere percorsi di medicina, anche non tradizionale (omeopatia, fitoterapia, agopuntura); altri ancora scelgono di autogestire la loro condizione assumendo integratori alimentari, praticando yoga, ginnastica medica o cambiando alimentazione.

Purtroppo il "fai da te" spesso non è sufficiente, così come è deleteria la non coordinazione sinergica tra le varie strategie: e ciò in quanto nonostante il dolente dia importanza al proprio corpo, non riesce ad arginare l'ansia che filtra comunque, distaccando la percezione del sentiment.

Il counselor psicobiologico rappresenta il corretto supporto professionale per la persona che incappa nella problematica in questione, mirando a far acquisire consapevolezza dei potenziali sopiti, ripristinando il contatto sereno con le sensazioni corporee, stimolando la riflessione sulle diverse prospettive anche emotive, sensibilizzando sui significati dei segnali corporei, agevolando l'acquisizione di destrezza verso azioni adattive di cambiamento.

Con il counseling ad indirizzo psicobiologico si prende consapevolezza

- con metodi scientifici e con l'ascolto empatico e accogliente - della essenzialità della presenza nel "qui e ora", al fine di far diminuire il livello d'ansia.

dr. Enrichetta Proverbio

Counselor ad indirizzo psicobiologico

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