La scienza ne dà conferma, la sintomatologia esiste anche nella realtà.
Chi segue i nostri post ha già avuto modo di incontrare la “sindrome di Calimero” nella interessantissima pubblicazione della Dott.ssa Enrichetta Proverbio. Nel contempo ci si ricollega agli argomenti affrontati nel mio precedente editoriale “Assumi il controllo del circolo (vizioso) dell’abitudine di dire sempre sì”.
In linea con tali argomenti, ci occupiamo oggi della cosiddetta “sindrome di Fantozzi”, di immediato richiamo al personaggio di fantasia ideato e interpretato dall’attore Paolo Villaggio, facente ormai parte dell’immaginario collettivo, che non costituisce solo una pagina di comicità italiana.
Presenta diverse sfaccettature. Consiste innanzitutto nel sentirsi costantemente un capo espiatorio, il che porta inevitabilmente ad un logorio tale da indebolire il soggetto nella sua globalità.
Chi ne è affetto si prende in carico senza lamentele, anzi di buon grado, tutti i compiti che gli vengono proposti, assumendone ogni responsabilità, anche per gli errori altrui e per gli eventi negativi, non importa se in ogni caso inevitabili.
Assume su di sé ogni conseguenza e ne espia le colpe. Rassegnato, non reagisce alle umiliazioni, alle vessazioni e si abitua alla eterna sconfitta.
Ha inoltre sempre la percezione di dover mettere in campo le proverbiali “dodici fatiche di Ercole” per ottenere quanto è invece agli altri automaticamente riconosciuto, senza sforzo.
A ciò si aggiunga che tutto ciò viene poi confrontato con gli odierni stereotipati modelli di perfetto superomismo: l’effetto non può che essere dirompente e la spirale solo negativa.
Questa sindrome è subdola: si insinua lentamente e gradualmente e può durare a lungo sino a non essere nemmeno percepita come pensiero disfunzionale.
“Yes man/woman”
Mi sia consentita un’altra citazione cinematografica. Forse i lettori ricorderanno il film di Jim Carrey “Yes man”: dopo alterne vicende personali, il protagonista decide di dare una svolta alla sua vita, accettando passivamente, qualunque proposta gli venga fatta. “Yes, yes, yes” è il motto che ripete nel film, diventando il prototipo di un paradosso, tradotto nell’organizzazione nel fenomeno di “stupidità aziendale”. Si finisce così per accondiscendere sempre a discapito delle proprie priorità ed esigenze.
Qual è il tratto fondamentale in comune?
Ecco, sia chi è vittima della sindrome di Fantozzi, sia lo Yes man/woman hanno un fondamentale tratto in comune: sono passivi nei confronti di ciò che accade loro intorno, nella vita e nel lavoro. Si intuisce facilmente quanto un atteggiamento del genere possa essere rischioso e controproducente.
Rimanendo passivi, si riducono motivazione, investimento personale e possibilità di individuazione dei propri obiettivi. Si arriva a non riflettere semplicemente per non creare disturbi o conflittualità, ingoiando qualsiasi “rospo” senza proferire parola, nonostante si possa essere considerati scrupolosi e buoni esecutori.
Diventiamo timorosi del giudizio degli altri, del pensiero della collettività, dei luoghi comuni e di convenzioni che alla lunga fanno male alla salute: rabbia che esplode all’improvviso, ma anche eruzioni cutanee su viso, collo e braccia, come spiegano i dermatologi, e disturbi del sonno.
Non si cercheranno più risposte e si correrà costantemente il rischio di perdere quasi del tutto una essenziale “life skill”: la creatività.
Come reagire?
Non si sta certo sostenendo che il sacrificio e la disponibilità nei confronti dell’altro siano valori da accantonare, ma se ti rendi conto che i troppi “si” ti stanno esaurendo, è il momento di reagire e mettere dei paletti, allenarsi ad una sana consapevolezza di quali siano effettivamente le priorità.
Con il Counselor Psicobiologico potrai intraprendere un percorso che ti porterà a definire cosa sia veramente importante per te, quali siano i tuoi valori e i tuoi obiettivi. Con metodo scientifico e strumenti adeguati potrai giungere ad una sereno esame di quanto le tue attività o responsabilità siano coerenti con il tuo sistema valoriale, con le tue priorità e potenzialità.
Sarà infatti stupefacente scoprire come una consapevole analisi porti alla neutralizzazione del timore di dire un secco “no” a tutto ciò che in realtà non combacia con le vere esigenze di un armonico sviluppo psicobiologico, consentendo una vita che ponga te stesso al centro delle tue scelte, senza preoccuparti di assecondare costantemente gli altri, riappropriandoti del tuo equilibrio emotivo. Quale sarà il corollario? Un significativo e costante miglioramento della qualità della vita.
Dott.ssa Jasmine Lara Bettinelli Counselor Psicobiologico
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